Al Kristalli I nostri anni di Daniele Gaglianone
8 November 2001
Ancor prima che un film sulla Resistenza, I nostri anni è un film sulla memoria. Al giovane regista, Daniele Gaglianone non interessava realizzare un film sulla guerra di Liberazione, quanto, pur senza l’intenzione di nascondere da quale parte fosse per lui la ragione, affrontare il complesso problema della memoria di quegli anni e della sua sopravvivenza oggi. Il risultato è una storia sospesa fra passato e presente il cui tema principale è il diverso rapporto che i due anziani protagonisti, entrambi ex-partigiani, intrattengono con il proprio vissuto.
Alberto e Natalino, compagni di brigata durante la Resistenza, videro senza poterlo salvare il comune amico Silurino massacrato da un feroce repubblichino. Dopo tanti anni, ormai anziano, Alberto riconosce l’assassino fascista in Umberto, uno degli ospiti della casa di riposo in cui vive. Per Alberto quell’uomo, pur dopo tanto tempo, pur se ridotto in carrozzella, rimane un nemico, politico e personale, cui non è possibile perdonare. Si reca, quindi, in montagna alla baita dove vive Natalino, per indurlo a preparare insieme a lui la vendetta. Il progetto ha l’effetto di rivitalizzare le loro esistenze, inducendovi un vero e proprio corto circuito fra passato e presente, vecchiaia e giovinezza. Così, la storia, tra suggestivi flashback che rievocano i giovanili ricordi della guerra partigiana, si avvia ad una conclusione ironica e paradossale.
Questo film, dunque, che ha incontrato il favore della critica vincendo numerosi premi – al Torino Film Festival e al Festival del Cinema del Mediterraneo di Valencia – segnalandosi sia per l’ottima fotografia che per la recitazione dei due attori protagonisti, Virgilio Biei (Alberto) e Piero Franzo (Natalino), entrambi non professionisti ed effettivamente ex- partigiani, non è e non può essere letto come un film politico o un tentativo di ricostruzione storica. E’ una originale riflessione sul valore della memoria come risorsa per il presente. Solo vivendo fino in fondo le emozioni che provengono dai ricordi della loro drammatica giovinezza, i due protagonisti possono ricomporre le lacerazioni che hanno attraversato la loro esistenza.