Le voci del Medioevo. Testi, immagini, tradizioni
14 September 2002
I prossimi sabato 21 e domenica 22 settembre, nel salone nobile del castello di Rocca Grimalda si terrà il VII convegno internazionale organizzato dal Laboratorio Etno-Antropologico: “Le voci del Medioevo. Testi, immagini, tradizioni”. Dedicato ad approfondire le problematiche inerenti alla cospicua presenza di componenti folcloriche all’interno dei testi medievali, esso vede la partecipazione di studiosi di altissimo livello provenienti dalle principali università italiane e europee:
- filologi romanzi (Cesare Segre, Nicolò Pasero, Maria Luisa Meneghetti, Mario Mancini);
- germanisti (Jean-Marc Pastré, Marcello Meli);
- linguisti (Rita Caprini);
- classicisti (Gioachino Chiarini);
- antropologi (Luigi Maria Lombardi Satriani, Antonino Buttitta, Domenico Scafoglio);
- musicologi (Roberto Leydi, Febo Guizzi, Maurizio Padovan).
I lavori, sicuramente assecondati dalla ‘medievale’ cornice del castello e del borgo di Rocca, prederanno avvio alle 9 di sabato e, per gli insegnati delle scuole che vorranno parteciparvi, avranno valore di corso d’aggiornamento.
Fra gli eventi collaterali che animeranno i due giorni di studio, vanno segnalati il concerto di musica medievale Savis e fol eseguito dall’Accademia Viscontea (sabato 21, ore 18, nella sala del castello), le Musiche, canti e balli della tradizione occitana e piemontese presentate dai Calagiubella (domenica 22, ore 12,30, nei giardini del castello). Di grandissimo interesse, e reduce di un’importante tournée europea, è poi la mostra fotografica di Dario Lanzardo Il convitato di ferro che sapientemente illustra le forme zoomorfe e antropomorfe proprie degli elmi tardo-medievali (visibile nelle salette espositive di Palazzo Borgatta sabato e domenica la mattina dalle 9 alle 13, il pomeriggio dalle 14 alle 19).
A motivare la scelta di rivolgere l’attenzione a un periodo storico così remoto sono intervenute considerazioni d’ordine diverso: in primo luogo la consapevolezza che molte delle feste calendariali, delle usanze cerimoniali, delle tradizioni narrative e performative che oggi caratterizzano il folklore europeo affondano le loro radici proprio nel Medioevo, quando ancora si serbava memoria di un patrimonio mitico arcaico ancora dotato di una certa organicità.
Secondariamente va rilevato come l’intrinseca natura della civiltà medievale, articolata su numerosi registri e animata da molteplici componenti, abbia consentito che gran parte di questa eredità fatta di leggende, di riti, di costumanze sociali lasciasse durevoli tracce di sé all’interno dei testi letterari, in altre parole che la cultura delle classi subalterne accedesse (sia pure indirettamente) alla parola scritta, da sempre dominio incontrastato delle classi dominanti.
In ultimo, la constatazione di come molte manifestazioni della società contemporanea, a vario livello e diverso titolo, proprio al Medioevo, al suo immaginario e alla sua letteratura si ispirino per elaborare i propri modelli estetici e ideologici: pensiamo alle innumeri feste, giostre, sfilate ‘medievali’ che vivacizza le estati dei paesi italiani e europei, ma anche al revival ‘gotico’ che contraddistingue molto cinema e molta narrativa attuali, e ancora ai testi di certa musica metal, oppure alle melodie di quella celtica sempre prepotentemente in auge, o ai tatuaggi evocanti i motivi dell’arte barbarica, fino ai personaggi e all’ambientazione dei videogames o dei giochi di ruolo.
Un Medioevo, dunque, lontanissimo ma insospettabilmente vicino che sa prestare i molti suoi volti, le molte sue anime a un’analisi che può e deve svilupparsi in ambiti disciplinari diversi.