Prefazione “Storie del Novecento”
25 May 2003
Con i racconti appena giunti sul tavolo dei giurati per la quarta edizione, sono ben più di mille i racconti, e gli autori, che hanno complessivamente partecipato al concorso “Le storie del Novecento”.
Dal nostro punto di vista, di organizzatori, non possiamo che rallegrarci per una scommessa che si è rivelata una scelta vincente: quella di provare a mettere in relazione storia e letteratura e di proporre al grande pubblico di cimentarsi con questo binomio.
Tuttavia il dato numerico ci pare ancora più significativo se lo osserviamo dal punto esso è infatti la testimonianza di un bisogno di storia, e di una consapevolezza della necessità di un corretto rapporto con i nostro passato che rappresenta, in un momento così tragico nella storia dell’umanità, caratterizzato ancora una volta da una guerra, un segno di impegno e, usiamo consapevolmente questo vocabolo, di speranza.
Proprio la guerra, e l’aspirazione al suo fantastico contrario, la pace, è uno dei temi dominanti dei racconti giunti in questi quattro anni, i cui echi significativi si possono leggere anche in questa antologia. Segno evidente di una consapevolezza, che la guerra, nonostante le trionfalistiche analisi in voga solo pochi anni addietro, è ancora padrona di ampie zone della terra; e di una convinzione, che la pace, nonostante i “nostri” quasi sessant’anni senza conflitti, è un bene da difendere quotidianamente, per farla diventare finalmente patrimonio di tutta l’umanità.
Scriviamo in giorni in cui è difficile parlare d’altro, pensare ad altro: e allora, dopo aver rivolto un necessario ringraziamento ai componenti la giuria e a tutti coloro che hanno aiutato “Le storie del Novecento” a crescere, licenziamo queste pagine, che rappresentano uno sguardo e una riflessione collettiva sul nostro passato, come un augurio: che l’attività culturale contribuisca ad avvicinare i popoli, a insegnarci la tolleranza e il rispetto reciproco, a ricordarci che l’umanità cresce e progredisce attraverso il confronto, e che ciò è possibile solo in un mondo in cui la cultura della pace sia davvero un valore praticato e condiviso.
Roberto Botta – Direttore Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria
Riccardo Lera – Assessore alla Cultura del Comune di Serravalle Scrivia