Da Acqui alla Ruhr di Luciana Ziruolo
19 October 2007
Con il libro “Da Acqui alla Ruhr. Lettere di un ‘camerata del lavoro’ e della sua compagna: 1940-1943” viene messo a disposizione del lettore il senso dell’intenso scambio epistolare tra Pierino Maestri e la sua compagna Angiolina Archetti.
Del carteggio va sottolineata la relativa eccezionalità: l’esperienza dell’emigrazione di manodopera italiana in Germania nel periodo 1938-1943, pur coinvolgendo direttamente oltre mezzo milione di persone ed indirettamente una cifra almeno quattro o cinque volte superiore, tanti erano i familiari che ogni mese attendevano le rimesse dei congiunti, non ha lasciato se non scarsissime tracce nella memoria collettiva. In questo caso, invece, il corpus è consistente, supera le duecento missive.
Come si spiega una tale abbondanza? La chiave va cercata nella personalità dei corrispondenti, entrambi in possesso sia di un livello di istruzione non comune per l’epoca, sia di una capacità di dominare la scrittura tutt’altro che usuale. A ciò contribuirono senz’altro le esperienze professionali nel settore alberghiero e del commercio, ma altresì, per Angiolina Archetti, l’origine valdese e la convinzione connessa circa l’importanza dell’istruzione.
(dalla prefazione di Brunello Mantelli)