Far vivere il “Carro della Memoria”
14 September 2009
Far vivere il “Carro della Memoria”
Il Comitato Scientifico dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi”(ISRAL), sente il dovere di esprimere il proprio rincrescimento per il sostanziale abbandono in cui versa il carro ferroviario, allestito nel recente passato dal Comune di Alessandria (in collaborazione con l’Isral) con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni il dramma della deportazione degli ebrei e degli oppositori del nazismo e del fascismo.
Uno strumento educativo importante e innovativo che, realizzato grazie al meritorio impegno del compianto amministratore comunale Antonio Martano, giace oggi sostanzialmente inutilizzato e esposto al rischio di incivili atti vandalici.
In una fase assai delicata in cui c’è chi vorrebbe, in modo spesso surrettizio, rimuovere la memoria storica del confine che durante l’occupazione tedesca del territorio italiano, divise gli oppressi dagli oppressori e i carnefici dalle vittime, non si comprendono la ragioni che hanno, nei fatti, spinto l’Amministrazione comunale di Alessandria a dimenticarsi del carro ferroviario, testimonianza della tragedia della Shoah.
L’ISRAL, d’intesa con il Comune di Alessandria, potrebbe certamente restituire alla città e all’intera comunità provinciale questo raro e interessante veicolo di trasmissione della memoria, promuovendo visite guidate per le scuole e iniziative di diffusione della storia della deportazione nella nostra provincia.
Occorre fare presto, prima che l’incuria e l’abbandono non arrechino danni irreparabili e si finisca anche per perpetrare un’inaccettabile offesa alla memoria di quei tanti deportati mai più tornati vivi dal sistema concentrazionario nazista.
Infine, il Comitato Scientifico dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria (ISRAL), ritiene inaccettabile sotto il profilo storico e privo di efficacia educativa l’accomunare insieme con iniziative e manifestazioni il “Giorno della Memoria” (27 gennaio, istituito con legge 211/2000) con il “Giorno del Ricordo” (10 febbraio, istituito con legge 92/2004).
I due momenti, infatti, debbono rappresentare occasioni di riflessione civile e storica su avvenimenti, fenomeni e drammi umani che hanno avuto origini e sviluppi profondamente diversi tra loro e il peggior servizio che si possa rendere, in primo luogo alle vittime di quelle barbarie, è proprio quello di contribuire a far sì che la storia del Novecento anneghi nel pericoloso e immorale mare dell’indistinzione.