La Parola della Memoria
Parolaio o paroliere cerca la parola
la parola che rimanga e non so immaginare
provando forse la trovi, giocando con le parole
quella da ricordare come e dove.
E se parola non c’è puoi cercare il gesto.
Cenere no, senza l’urna è dissolta.
Fuoco? Fu un fuoco che si spense nella cenere.
Allora, freddo e fame all’addiaccio…
ma la neve è anco la gioia per bambini
la brina è un fiore anche se il bianco muore.
Non c’è la parola a dir chi eri
né il senso di colpa al tribunale della pena
con la parola impedita dalla proibizione.
Allora è l’urlo quel grido dell’assenza!
La bocca del gelo ha fatto l’urlo
lo scricciolo a cercare briciole sui vetri.
La paura saliva col fumo agli dei
nel silenzio totale da pietre nel fiume
quando urlavan le sirene coi robot all’eco.
Noi oggi ci vergogniamo dinanzi ai nostri figli
anche se Ribelli, cresciuti nella sfida
senza sapere bene la parola.
Ma già quel rifiuto è cosa
perché chi lo sapeva non ha fatto il gesto.
Il primo è stato un soldato russo
prender quell’uomo in braccio che non diceva parola
che non riusciva più dire la parola “aiuto”.
Di esseri viventi non degni di una madre
per il nome diverso d’un Dio diverso?!
Altrove fu lo stampo d’un uomo scomparso
che ha lasciato l’ombra tatuata contro il muro.