- Mattarella: «Carla Nespolo, appassionata testimone e fervida sostenitrice dei valori della Costituzione»
- Il cordoglio dell'Istituto "Parri"
- La Presidente del Senato ricorda Carla Nespolo
- Lettera inviata all'ANPI dal sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco per la scomparsa della presidente Carla Nespolo.
- Il cordoglio dell'Italia
- Il ricordo di Luciana Castellina
- Il ricordo di Laurana Lajolo, direttore di QSC
Ciao, Carla
5 October 2020
Con te, Carla Nespolo, ora e sempre!
Il 5 ottobre 2020 è mancata Carla Nespolo, Deputata e Senatrice, dal 2004 al 2017 presidente dell’Isral. Aveva lasciato questo incarico perché chiamata ad un compito che sentiva particolarmente importante: era stata nominata Presidente nazionale dell’Anpi: una donna, la prima in quel ruolo, e che non aveva partecipato alla Resistenza.
L’Isral la ricorda con questo commosso contributo del Presidente Mariano Santaniello:
“La notizia della scomparsa di Carla Nespolo mi è giunta nella prima mattinata e, seppure temuta e in parte ahimé attesa, mi ha letteralmente stravolto. Sì, perché Carla era una persona per me assai speciale, un’amica, una guida, un punto di riferimento. Parlare di lei senza cadere nei ricordi e nel personale mi risulta impossibile.
Non posso non ricordarla come figura pubblica che ha abitato i miei ricordi sin da giovanissimo quando negli anni Settanta lei iniziò la sua lunga carriera di parlamentare della Repubblica, prima deputata poi senatrice. Lei era il parlamentare di riferimento del territorio del basso Alessandrino e del Novese in particolare dove settimanalmente presenziava per ascoltare e cercare soluzioni ai problemi di tutti fossero Istituzioni o semplici cittadini; insomma un altro mondo, un altro modo di concepire l’impegno politico e civile.
La sua formazione politica e personale si basava su solidi valori e principi democratici, figli di un’educazione e di tradizioni famigliari solidissime, che affondavano le loro radici nell’antifascismo, nella Resistenza e nella Costituzione Repubblicana e che sono state il leit-motiv della sua intera esistenza.
Il suo impegno politico militante aveva solidissime basi ideologiche – lei orgogliosa professoressa di Storia e Filosofia alle superiori -, fondamenti ideali che ha sempre strenuamente difeso e per i quali ha combattuto per tutta la sua vita, schierandosi fieramente dalla parte della democrazia, dei più deboli, dei lavoratori in un orizzonte che era quello della ricerca di un mondo nuovo, più equo, più giusto, verso un rinnovato sol dell’avvenire.
Tutta la vita è stata orgogliosamente una “comunista” italiana, fiera dell’aver fatto parte di quella straordinaria classe politica dirigente degli anni del PCI di Berlinguer segretario; di quell’importante fenomeno politico e culturale che portò in quegli anni un partito comunista in occidente a sfiorare il 35% dei consensi in una suddivisione del mondo in blocchi contrapposti. E lo fu da protagonista avendo partecipato alle principali battaglie democratiche e parlamentari di quegli anni (la riforma scolastica, la legge sull’aborto, sul diritto di famiglia, sul ruolo delle donne nella società, ecc.). Ascoltarla raccontare i passaggi di alcune vicende parlamentari legati a grandi riforme era molto più che una lezione di Storia applicata, era una lezione di vita.
Una volta terminata l’esperienza parlamentare si è dedicata alla militanza di base perché era per lei impensabile stare lontana dalla politica, era per lei come ossigeno ai polmoni, una necessità, un’urgenza esistenziale. L’esercizio della politica era per lei l’applicazione del principio costituzionale del dovere civico che ogni cittadino libero dovrebbe sostenere in uno stato democratico.
E in quest’ottica, in questa dimensione etica che a metà del primo decennio del nuovo secolo ha accettato l’incarico di Presidente dell’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea di Alessandria – ISRAL. Fu per questa ragione che ebbi modo di stringere con lei – io neoconsigliere del CdA dell’Istituto – un rapporto umano che divenne in brevissimo tempo di simpatia, stima e riconoscenza (quanto meno da parte mia) prima e quindi di vera e propria amicizia. Nel corso degli anni ho avuto modo di apprezzarne le varie sfaccettature del suo carattere e della sua personalità: dietro una empatia naturale, una simpatia disarmante, una bontà d’animo e una generosità esemplari, si celava una donna forte, volitiva, solidamente strutturata, dialogante, pur essendo capace di essere anche dura, ma come dice il poeta, “senza mai perdere la tenerezza”. I miei continui confronti con lei sono stati per me una inesauribile fonte di arricchimento, momenti di crescita personale sia umana, che politica che civile; pur nelle diversità di vedute e di posizioni esisteva sempre un rispetto totale dell’altro e il riconoscimento delle ragioni differenti: insomma non posso negare che per me Carla è stata una “maestra”, nel senso più alto del termine. Ma è stata anche molto altro perché proprio grazie a questa sua insostituibile capacità di costruire relazioni e rapporti di profonda umanità era diventata per me anche un’amica insostituibile che ha saputo avere attenzioni e dare sostegno in fasi della mia vita personale più complicate, avendo sempre parole di aiuto e conforto sempre nette e mai banali ed è anche per queste ragioni che mi riesce particolarmente complicato riuscire a scrivere queste poche parole a poche ore dall’annuncio della sua dipartita, mi auguro che mi comprendiate. Da presidente dell’ISRAL ha saputo rinnovarne lo spirito, rilanciandone le attività e le iniziative, si è spesa molto per creare un rinnovato tessuto di giovani studiosi che si sono avvicinati all’Istituto contribuendo così alla sua crescita. Ha saputo ricucire e valorizzare una serie di rapporti istituzionali forte della sua notevole esperienza oltre che dall’altro grado di autorevolezza che sapeva esprimere. Con lei l’Isral ha saputo quindi vivere una stagione di rinnovamento e di accreditamento istituzionale che ne hanno comportato un nuovo posizionamento dell’Istituto nel panorama culturale e istituzionale locale e nazionale.
In ultimo la sua vita pubblica ha avuto un riconoscimento assai prestigioso, forte il più prestigioso della sua intera carriera politica e certamente il più gravido di soddisfazione personale: la nomina a Presidente nazionale ANPI. Ho seguito le vicende della costruzione della sua candidatura da vicino nel corso dei mesi precedenti incoraggiandola e sostenendola, insieme ad altri comuni amici, in un’avventura che aveva per lei un significato assai più rilevante di quello che si possa pensare. Si trattava di andare a candidarsi alla presidenza nazionale di un’associazione benemerita, di un ente morale basilare per la difesa della nostra democrazia in una fase storica assai particolare ovvero quella della scomparsa per ragioni biologiche di quelli che per i precedenti settant’anni erano stati l’ossatura portante dell’associazione stessa ovvero i partigiani e questo accadeva in un frangente storico di sempre più evidente “revisionismo” storico che cercava di approfittare anche di questo ricambio naturale. Ebbene intorno al suo nome si coagulò una maggioranza di consensi tale da definirne da subito la sua leadership in maniera indiscussa, superando i possibili e temuti ostacoli e questa sua affermazione fu resa ancor più forte e evidente dal fatto che si trattava per la prima volta di un presidente nazionale che non era stato personalmente protagonista durante la guerra di Liberazione e, ragione ancor più clamorosa, il fatto che a ricoprire tale ruolo fosse una donna! Nel periodo in cui ha svolto il suo ruolo si è sentita forte, almeno per chi ha avuto modo di conoscerla bene, la sua mano, la sua personalità, il suo ruolo. Poi arrivò la malattia, con tutta la rabbia e l’incazzatura – passatemi il termine – che questa notizia ha instillato tra coloro che le volevano bene, ma anche qui Carla ha saputo dimostrare di che tempra era fatta: ha lottato, ha combattuto duramente e fieramente contro un nemico subdolo e cattivo che alla fine, ma proprio alla fine, ha avuto il sopravvento.
Ha dimostrato un coraggio e una forza straordinaria, di donna volitiva, figlia di quei valori e quei principi che hanno rappresentato settantacinque anni fa i partigiani, gli antifascisti e i democratici che hanno combattuto il fascismo e il nazismo liberando questo nostro Paese e regalandoci la democrazia, la Repubblica e la Costituzione. Democrazia repubblica e Costituzione che Carla ha saputo incarnare e interpretare nel corso della sua vita.
Che ti sia lieve il viaggio, amica mia…..sento già troppo la tua mancanza.”
I funerali di Carla Nespolo si terranno giovedì 8 ottobre, alle ore 15, androne di Palazzo Ghilini, piazza della Libertà 17, Alessandria
Nella colonna di sinistra, oltre alle numerose manifestazioni di affetto e di cordoglio, pubblichiamo due interventi di Carla Nespolo, apparsi sulla nostra rivista “Quaderno di Storia Contemporanea“, un commosso ricordo di Roberto Livraghi, Direttore del Museo Alessandria Città delle Biciclette ACdB e membro della Redazione di QSC, e un intervento dell’avvocato Giovanni Frau, un’istantanea insolita e commovente dei funerali