Summer School 2021 – Sviluppo sostenibile, ambiente e patrimonio nell’Educazione civica

24 June 2021

“Sviluppo sostenibile, ambiente e patrimonio nell’Educazione civica. La centralità della Storia”. Questo il tema della Summer school 2021 dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri. Come nella scorsa edizione, si svolgerà da remoto, dal 30 agosto al 17 settembre, con due appuntamenti a settimana: il primo giorno, in diretta, i relatori  discuteranno su alcune coppie di parole chiave; il giorno successivo si svolgeranno i laboratori relativi agli argomenti trattati, per i quali saranno a disposizione i materiali di lavoro.

Il 1 luglio verrà inaugurata la Pre-Summer con i saluti di Paolo Pezzino, Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, seguiti dalla messa in onda, il 5 e l’8 luglio, delle registrazioni di due interviste che aiuteranno a definire i temi del corso di quest’anno: sostenibilità, ambiente e patrimonio, che sono tra i principi cardine dell’Asse 2 del nuovo insegnamento dell’Educazione civica, secondo la legge 92/2019 e le relative Linee Guida ministeriali.

Naturalmente sarà al centro la prospettiva storica e storiografica e, in particolare, quella della storia ambientale che, con la sua vocazione interdisciplinare, è in grado di far dialogare scienze politico-sociali, geografiche, naturali e culturali. Uno degli obiettivi finali è quello di porre le basi per la costruzione di un curricolo della materia davvero condiviso fra i docenti dei consigli di classe.

Il coordinamento scientifico è affidato ad Andrea F. Saba.

L’intera iniziativa è promossa e realizzata dal Coordinamento degli istituti storici lombardi aderenti all’Istituto nazionale Ferruccio Parri, con la preziosa collaborazione dei docenti esperti in distacco presso altri istituti della Rete Parri.

Per i docenti interessati è possibile iscriversi (anche tramite  la piattaforma Sofia, cod. 60033) seguendo le istruzioni dello specifico modulo allegato. L’Istituto nazionale Ferruccio Parri è agenzia di formazione accreditata presso il Ministero dell’Istruzione. Le ore riconosciute sono in totale 10 (6 ore relazioni frontali+2 ore laboratorio+2 ore di autoformazione sui materiali messi a disposizione).

Programma:

 

Anteprima
(a cura della Fondazione Corriere della Sera)

– 24.06.2021, ore 18
Ambiente e storia. Una nuova frontiera 
Introduzione di Piergaetano Marchetti, presidente Fondazione Corriere della Sera. Partecipano Roberta Biasillo (Eui Fiesole), Gabriella Corona (Ismed-Cnr Napoli), Luca Mocarelli (Unimi-Bicocca, Milano) e Simone Neri Serneri (Unifi, Firenze). Modera Andrea Filippo Saba (Infp, Milano)

 

Pre-Summer
Webinar

– 01.07.2021, ore 16
Paolo Pezzino, Saluti

– 05.07.2021, ore 16
Grazia Francescato, La sfida della sostenibilità; modera Enrico Pagano (Istorbive, Biella-Vercelli)

– 08.07.2021, ore 16
Gabriella Corona, Storia ambientale; modera Andrea Filippo Saba (Infp, Milano)

 

Summer School

Disastri/Resilienze

– 30.08.2021, ore 17.00-19.00 Relazioni (in successione)

Gabriella Gribaudi (Università Federico II Napoli), La memoria delle catastrofi

Roberta Biasillo (Max Weber Programme, Eui Firenze), La resilienza in prospettiva storica in contesti urbani e rurali in Italia (secc. XIX-XXI)

Nella sua accezione generale, il concetto di resilienza rappresenta la capacità di un sistema socio-ecologico di rigenerarsi e riorganizzarsi in seguito a un evento avverso. Questo incontro si propone di allargare questo concetto e utilizzarlo per leggere la storia ambientale italiana. Si analizzeranno criticamente alcuni casi studio che possano fornire paradigmi di resilienza urbana e rurale rappresentativi delle trasformazioni ambientali italiane in età contemporanea

 – 31.08.2021, ore 16.30-18.30 Laboratori (in simultanea)

Enrico Bacchetti (Isrec BL), Luciana Bramati (Isrec BG), Alice Vergnaghi (Isr LO) , L’acqua, la morte e le memorie. I disastri del Gleno (1923) e del Vajont (1963)

Quali aspetti accomunano e quali differenziano i casi della diga del Gleno e del Vajont avvenuti a distanza di 40 anni l’uno dall’altro? Attraverso documenti d’archivio, articoli provenienti dalla stampa locale e nazionale, le testimonianze raccolte all’interno delle comunità coinvolte, lo sguardo di un’inviata speciale che farà del Vajont la battaglia della sua vita, Tina Merlin, verrà proposto alle/ai docenti un percorso in cui ci si concentrerà sulla ricostruzione delle varie memorie e sul rapporto tra comunità coinvolte e potere centrale

Maurizio Guerri (Infp MI) e Simone Campanozzi (Ilsc MI), Monumento e contro-monumento. I segni della storia tra arte e natura

Tutti abbiamo sperimentato ciò che è stato descritto da Robert Musil: «La cosa più strana nei monumenti è che non si notano affatto. Nulla al mondo è più invisibile». Con queste parole Musil rileva come il compito del monumento sia quello di ricordare qualcosa, ma che esso ogni volta debba combattere contro l’invisibilità e contro l’oblio. In quale modo le arti si pongono in relazione al compito assegnato ai monumenti, quello di ricordare, quello di essere segno della storia? E cosa si intende invece per “monumenti naturali”? Il laboratorio tenterà di scandagliare alcuni esempi particolarmente significativi e importanti del complesso rapporto tra monumento, memoria, storia e natura, con particolare riferimento al dibattito contemporaneo e all’insegnamento della disciplina storica

Paesaggio/Patrimonio

09.09.2021, ore 16.30-18.30 Relazioni (in successione)

Rossano Pazzagli (Università del Molise), Paesaggio e patrimonio territoriale. Dalla storia alla coscienza di luogo

Il paesaggio è l’esito visibile del processo di territorializzazione, l’ambito in cui leggere le trasformazioni storiche e individuare le prospettive future orientando la conoscenza del territorio alla produzione di una coscienza di luogo. L’agricoltura, in particolare, è stata un primario fattore di costruzione paesaggistica, per cui la riconsiderazione del mondo rurale si configura come uno degli assi lungo cui ricostruire un equilibri tra uomo e natura

Andrea Pinotti (Università di Milano), Memoria da conservare, memoria da distruggere: momenti del contro-monumento contemporaneo

A partire dagli anni Sessanta, le pratiche che si possono ricondurre sotto il titolo di “contro-“ o “anti-monumentalità” hanno intensamente riflettuto sulla paradossale relazione che lega i dispositivi di memorializzazione alla memoria stessa: costruiti per farci ricordare, i memoriali spesso finiscono per tramutarsi in macchine di oblio. Il mio contributo cercherà di mappare le principali tipologie contro-monumentali, inseguendone gli ultimi sviluppi nelle tecnologie di realtà virtuale e aumentata

– 10.09.2021, ore 16.30-18.30 Laboratori (in simultanea)

Massimo Castoldi (Fmd MI), Carla Marcellini (Isrec AN) e Enrico Pagano (Istorbive VC), Il Novecento a Milano: l’heritage urbano. Tracce e conflitti di memoria

Il laboratorio intende esaminare alcuni casi rappresentativi di tracce di memoria urbana, privilegiando percorsi o luoghi nei quali si riscontrano o memorie in conflitto nel presente o stratificazioni complesse di memorie, che aiutano a comprendere momenti significativi della nostra storia

Giorgia Giusti (Imsc MN) e Marida Brignani (Imsc MN), Ecomuseo: dalla conoscenza del patrimonio territoriale alla consapevolezza di appartenere a una comunità globale

Nel 1971 Hugues de Varin coniava il termine ‘ecomuseo’ e poneva le basi per un nuovo modo di intendere il patrimonio culturale e ambientale, non più affidato esclusivamente alla normativa e alle grandi istituzioni culturali, ma progetto sociale condiviso, con il quale le comunità si prendono cura del proprio territorio, visto come complessa stratificazione di elementi ambientali, culturali e sociali. A cinquant’anni di distanza, la rete italiana degli ecomusei è una delle più attive a livello internazionale. Quali sono oggi i suoi valori educativi e come possono influire sulla formazione di cittadini capaci di pensare in modo globale e di agire in ambito locale?

Prelievi/Immissioni

– 16.09.2021, ore 16.30-18.30 Relazioni (in successione)

Luca Mocarelli (Università Bicocca-Milano), Lo sfruttamento delle risorse in una prospettiva storica

Lo sfruttamento delle risorse chiama in causa l’interazione dell’uomo con l’ambiente che inizia a manifestarsi in maniera significativa già diecimila anni fa quando viene “inventata”. Non c’è dubbio però che una decisa accelerazione dell’impatto delle attività antropiche sul pianeta si ha a partire dalla rivoluzione industriale e ancor più nel corso del Novecento quando emerge in tutta la sua drammaticità la questione ambientale. L’intervento intende ricostruire sinteticamente i momenti chiave di questo processo di lungo periodo che ha portato all’Antropocene per soffermarsi poi sulle sfide molto impegnative che abbiamo di fronte

Désirée Quagliarotti (CNR Ismed Napoli), Confini planetari ed emissioni. L’economia lineare nell’Antropocene

Obiettivo dell’incontro è di introdurre al concetto di ‘confine planetario’ analizzando come un modello di sviluppo ‘lineare’ abbia contribuito a innescare trasformazioni a volte irreversibili in molti processi naturali considerati fondamentali nel preservare la stabilità planetaria che ha caratterizzato l’Olocene

– 17.09.2021, ore 16.30-18.30 Laboratori (in simultanea)

Elena Mastretta (Isrn NO) e Andrea F. Saba (Infp MI), Stili di vita sostenibili e impronta ecologica: una prospettiva storica e uno sguardo al futuro

Come nasce il calcolo dell’impronta ecologica? Quali dati sul nostro profilo di consumatori ci fornisce? Ne teniamo conto? La tutele delle risorse naturali passa da innumerevoli azioni: spedire una email, scegliere un prodotto al supermercato, usare un mezzo di trasporto, indossare una maglietta. Saranno indicate le migliori strategie didattiche per renderne consapevoli gli studenti

Patrizia Di Giuseppe (Isc-CO) e Nadia Olivieri (Isrec VR), Il lago e la città. Questioni di sostenibilità ambientale

Il rapporto tra il contesto ambientale e gli insediamenti urbani costituisce una problematica complessa, che coinvolge anche il problema di scelte sostenibili/insostenibili e responsabili/irresponsabili adottate nel corso del tempo della storia di una città. L’esempio di Como è esemplare per rendere consapevoli gli studenti della tematica in questione. Una relazione indissolubile, infatti, si è instaurata, fin dalle origini, fra Como e il suo lago. I romani ne riconoscono la posizione strategica in riva al lago e la funzione dirimente da un punto di vista militare e commerciale delle sue acque lacustri. Per avviare l’insediamento antropico della convalle, sulla quale viene innalzata successivamente la città, è stato necessario, in via preliminare, bonificarne le molteplici zone paludose, e nel corso di tutta la sua storia, costruire argini, deviare torrenti, regolamentare acque, confrontarsi con periodiche inondazioni e problemi di deterioramento ambientale e inquinamento dovuti alla sviluppo industriale tessile della città