I francobolli dei partigiani della Valle Bormida
Nel cinquantenario degli avvenimenti che portarono alla Liberazione non mancano doverose commemorazioni, sia sotto l’aspetto politico che militare e sociale, di vicende e personaggi che caratterizzarono il bienni 1944-45.
Sono rievocazioni importanti di eventi anche dolorosi, ma pur sempre forieri di questa nostra attuale e tanto maltrattata democrazia.
Accanto a ricordi di episodi e persone che hanno “fatto” la Storia (quella con la “S” maiuscola), può non essere negato un piccolo spazio a vicende collaterali si interagirono quale corollario dell’azione partigiana.
È il caso dell’argomento di questa mia ricerca: l’emissione di valori postali creati per sostituire, al momento della Liberazione, quelli della Repubblica Sociale Italiana su una parte del territorio della provincia di Alessandria, la cosiddetta “Valle Bormida”. […]
Attualmente le così dette “emissioni partigiane”, dal punto di vista filatelico, vedono scontrarsi due correnti di pensiero: una favorevole a riconoscerne in alcuni casi piena validità; l’altra che ne nega decisamente un qualsiasi valore storico-postale, facendo di tutte le erbe un fascio.
L’aspetto più spiacevole della circostanza è costituito dal fatto che molte volte (per fortuna non sempre) queste diatribe sono sostenute da inconfessate motivazioni di carattere economico, connesse alla commercializzazione dei francobolli dei partigiani (ma anche quelli “supposti tali” o falsi) presso i collezionisti.
Come si vede per ragioni dunque vilmente monetarie che, nel caso, “infangano” la memoria di quegli avvenimenti.
La presente esposizione dei fatti e l’analisi di questi francobolli occupano due capitoli: uno storico, l’altro filatelico. […]
Roberto Garavelli, I francobolli dei partigiani della Valle Bormida, in collaborazione con la Provincia di Alessandria (storia della filateria, storia locale), 1995