Le origini della Camera del Lavoro di Alessandria
Il 20 gennaio 1901 era domenica. In quel giorno d’inverno diverse centinaia di operai percorrevano le vie di Alessandria. La loro destinazione era Piazza S. Martino dove sorgeva il Salone della Leva, meta in quegli anni, insieme al Foro Boario, delle manifestazioni operaie.
Quel pomeriggio alle 15, doveva iniziare un’importante riunione; man a mano che gli operai arrivavano ci si accorse che il vecchio salone non sarebbe bastato per accoglierli tutti. Il freddo tuttavia non scoraggiò gli ultimi arrivati, che si adattarono di buon grado a restare sulla piazza.
I passanti probabilmente si stupirono nel vederla «tutta sparsa di lavoratori a crocchi» e guardarono incuriositi quegli operai un po’ infreddoliti che «discutevano animatamente».
Chi era riuscito ad entrare poté ascoltare i discorsi di alcune figure mitiche del proletariato alessandrino: l’orefice Devercelli, il ferroviere Lagazzi e il militante socialista Reposi si succedettero alla tribuna, dividendosi equamente i lunghi applausi di una entusiasta platea.
Dopo un’ampia discussione di cui non ci è giunta cronaca, ma che dovette essere caratterizzata da una considerevole dose di trionfalismo e costellata da frequenti battimani, la riunione si sciolse nel «massimo buon ordine». Al termine non mancarono festose bicchierate e pellegrinaggi di osteria in osteria.
Quella manifestazione fu l’atto costitutivo della Camera del Lavoro di Alessandria.
Roberta Botta, Le origini della Camera del Lavoro di Alessandria, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1985, pp. 104, L. 16.000