Palazzo Spinola
Rocchetta rinasce sulla riva destra del torrente Sisola intorno al 1673 con il nome di Borgonuovo. L’antico insediamento sorgeva sul versante sinistro, per volontà di Napoleone Spinola, discendente di una potente e prestigiosa famiglia genovese che, con grande lungimiranza, ne aveva capito l’importanza; infatti l’unica strada principale correva sull’asse nord – sud (ossia Milano – Genova) ed era percorsa giorno e notte da carovane di muli carichi di sale e merci varie, fatto questo molto importante per la comunità che poteva contare sul florido commercio di materie prime, quali vino (l’antico vitigno del Timorasso forniva una produzione di tutto rispetto di ottimo vino bianco, della fagiolana bianca, di formaggi e frutta, soprattutto mele carle ancora presenti fortunatamente nella nostra valle) con i mulattieri.
Dell’antichissima villa di Roccaforte ancora oggi si vedono le rovine della rocca e il perimetro dell’antico palazzo. Vi fu sotto il suo dominio, un miglioramento generale delle condizioni di vita del feudo e la costruzione della bellissima chiesa fu portata a temine nel 1666, fortissimamente voluta da Napoleone e da suo fratello Raffaele, Ammiraglio e Priore di Lombardia, Generale delle galere dell’Ordine di Malta. A testimonianza di questi eventi nel centro del paese sorge ancora maestoso il bel palazzo padronale; con grande sforzo le amministrazioni comunali presenti e passate hanno cercato di preservare e conservare al meglio questi monumenti.
Palazzo Spinola fu voluto nel ‘600 da Napoleone IV Spinola, signore del Feudo di Roccaforte Ligure nella prima metà del secolo, quale propria residenza estiva. Il palazzo ha una pianta rettangolare che si sviluppa attorno ad un atrio dalle grandi dimensioni, delimitato da quattro pilastri centrali che sorreggono volte a crociera al di sotto delle quali si affacciano le finestre del piano mezzano, attualmente adibito a spazio per mostre temporanee, nel quale vengono ospitate mostre fotografiche e di pittura organizzate dal museo.
Le camere di questo piano sono tutte collegate tra loro, formando un camminamento continuo e, al di sotto di ogni finestra, ci sono ancora delle feritoie nelle quali venivano probabilmente inserite armi da fuoco che permettevano di tenere sotto controllo gli scambi commerciali che si svolgevano lungo la strada o eventuali malintenzionati che si trovassero all’esterno e, se necessario, anche nell’atrio dell’edificio.
Di particolare rilevanza, grandiosità e interesse è il salone al piano nobile, con una volta alta nove metri dalla centinatura autoportante in castagno, sulla quale è inchiodato un canniccio a mezza canna intonacato.
A Palazzo Spinola è conservata anche la mappa catastale del territorio (datata 1810), testimonianza del progetto voluto da Napoleone Bonaparte che con un suo editto del 1807 ordinò che si costituisse un catasto per poter censire e tassare tutto il territorio italiano, sotto la direzione del ministero delle finanze francesi.
La mappa è composta da due parti, una cartografica, ossia con la descrizione in particelle di tutto il territorio comunale di cui è andato perduto purtroppo il quadro d’unione, l’altra detta sommarione che riporta il nome dei possessori delle località descritte nella prima parte con numeri convenzionali. La frequente consultazione, gli inevitabili segni del tempo hanno reso molto delicata la mappa di tela incollata su carta. L’ideale sarebbe affidarla ad un laboratorio di restauro, per poter conservare al meglio questo piccolo ma importantissimo pezzo di storia del comune, con la possibilità in seguito di poterla utilizzare anche per la ricerca.
Per molto tempo il palazzo è rimasto disabitato e completamente in abbandono; attualmente ospita al piano terra gli Uffici Comunali, al Piano Nobile – oltre al Museo della Resistenza – gli spazi espositivi del Museo delle Arti Sacre (in corso di realizzazione a cura della Comunità Montana).
Nei bellissimi locali del sottotetto, che per alcuni anni ha ospitato la sede Europea del Living Theatre di New York (il quale vi ha allestito e messo in scena lo spettacolo Resistance), oggi è a disposizione dei gruppi organizzati una vasta e suggestiva foresteria con numerose camere, cucina e sala didattica.
Tra le più importanti attività svolte a Palazzo Spinola ricordiamo:
- La mostra permanente fotografica della vita in Val Borbera dei primi del novecento, collegata al Museo;
- le frequenti Mostre d’arte tra le quali vanno ricordate almeno la mostra fotografica “Provincia Vo’ cercando”, l’esposizione delle opere di Donna Clemen Parucchetti (la mostra è stata visitata anche da Philippe Daverio, che è stato uno dei massimi critici italiani), l’importante esposizione di incisioni “DA RENOIR A FATTORI” e molte altre;
- convegni, concerti, spettacoli e corsi di alto perfezionamento musicale per canto lirico e pianoforte;
- agli ultimi 2 piani del palazzo sono a disposizione 10 camere da letto, cucina, sale di soggiorno, sala prove e un appartamento separato dalla foresteria.
VISITE:
Nell’orario di apertura degli Uffici Comunali (si prega di prenotare, gli orari consultabili in questo link) – Via Umberto I, 26 – CAP 15060
Telefono 0143.90004
Fax 0143.90478
Responsabile: d.ssa Debora BERGAGLIO
Il museo della Resistenza e della vita sociale in Val Borbera “G.B. LAZAGNA” di Rocchetta Ligure
Il Museo si trova nei locali di Palazzo Spinola; fondato nel 1990 per iniziativa dell’Amministrazione Comunale e con il sostegno della Regione Piemonte, con l’intento di proporre un percorso informativo e didattico a quanti (istituzioni, associazioni, scuole e gruppi organizzati, singoli visitatori) desiderino conoscere meglio e rivivere un periodo fondamentale del passato recente della Val Borbera.
Il patrimonio del Museo, è costituito da immagini fotografiche, armi e proiettili, divise partigiane e americane, elmetti, oggetti (radio da campo, borracce, borse, zaini e altri utensili) appartenute ai partigiani della zona.
Vi è poi un percorso didattico costituito da pannelli a fumetti che, in ordine cronologico, illustrano con testi e disegni le varie fasi della Guerra di Liberazione nazionale, dal 1943 al 1945, con un interessante approfondimento sulla difficile vita quotidiana del Partigiano.