Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 1944 nazisti e fascisti iniziarono un imponente rastrellamento contro le bande partigiane dislocate nelle cascine dell’area di Capanne di Marcarolo, un territorio montano al confine tra le provincie di Alessandria e di Genova.
In pochi giorni venne scritta una delle pagine più tragiche della Resistenza italiana: 150 partigiani caduti in combattimento o giustiziati, altri 400 avviati verso i campi di sterminio, l’antico monastero della Benedicta, dove aveva la sede il comando della III Brigata “Liguria”, distrutto al pari di altre cascine con lo scopo di terrorizzare i contadini rei di aver aiutato i giovani “ribelli”.
Quel tragico episodio è qui ricostruito basandosi sulla documentazione resasi disponibile nel corso degli anni (archivi partigiani, fonti fasciste e comuniste, testimonianze orali, volumi di memorie), prestando soprattutto attenzione alle ragioni che portarono a un bilancio così grave per il movimento partigiano, al vissuto dei protagonisti e alle sue ripercussioni nello sviluppo della Resistenza alessandrina e genovese.
Il testo del volume (riedizione ampliata di un precedente lavoro del 1984) e il documentario (basato essenzialmente sulle testimonianze dei sopravvissuti all’eccidio), anche se nati separatamente, sono complementari: spesso infatti utilizzano le stesse fonti per sollecitare la memoria con modalità e strumenti diversi, proponendo una ricostruzione analiticamente precisa del rastrellamento e delle storie dei giovani che vi furono coinvolti.