Lo splendido panorama montano appenninico di Cimaferle e Piancastagna fa da scenario ad uno dei più suggestivi memoriali partigiani della provincia. In una natura rigogliosa sorge il Sacrario che intorno al sepolcro del comandante partigiano Domenico Lanza, ricorda personaggi e episodi della Resistenza tra acquese e ovadese.
All’interno dell’area monumentale, completamente attrezzata, oltre a lapidi e cippi commemorativi, sono raccolte pregevoli formelle, opera di artisti locali, che celebrano il coraggio e il sacrificio dei combattenti, delle popolazioni e del clero della zona.
Il 10 ottobre 1944, Domenico Lanza, nome di battaglia “Mingo”, vice-comandante della Divisione “Ligure-Alessandrina”, alla testa dei suoi uomini, impegnati a rispondere al furioso rastrellamento organizzato dai nazifascisti tra ovadese e acquese, intercettò un’autocolonna nemica, diretta all’abitato di Piancastagna, nel Comune di Ponzone.
Lo scontro a fuoco fu assai violento. Lanza, impugnando due bombe a mano, assaltò l’automezzo di testa. Lanciato il primo ordigno, una decina di tedeschi che si trovavano a bordo del camion in fiamme, saltarono in aria. Il fuoco di mitra dei militari di scorta al convoglio ferì a morte “Mingo”, che nonostante tutto riuscì ancora a lanciare la seconda bomba e ad impugnare la pistola uccidendo altri due nemici.
Disteso a terra in fin di vita, un ufficiale tedesco gli risparmiò il colpo di grazia e gli rese gli onori mentre spirava, dando poi disposizioni affinché la salma del valoroso fosse composta e trasportata alla piccola chiesa di Piancastagna. Il sacrificio di Lanza fu tragico epilogo di quei giorni di fuoco e fiamme per le popolazioni e i combattenti ovadesi: 9 i partigiani caduti a Piancastagna.